E quale la causa del suo errore? il non aver mai veduto (nè conosciuto alcuno che avesse veduto) quel fenomeno che per la prima volta ci hanno raccontato i Fenici.
Tutte queste mi paiono ragioni logicamente buone; eppure non sono psicologicamente forti. Perchè? perchè in realtà non si deve combattere colla ragione, ma coll'abitudine di creder così e così, abitudine sempre più ribadita da quelli con cui viviamo e che credono come noi; e la ragione si convince colla dimostrazione, ma l'abitudine non si può vincere che colla ripetizione dei fatti contrarj. Vedete le pagine di Lombroso sul misosoneismo(7).
IV.
Dunque non possiamo asserire a priori che sono impossibili. Ma si può provare che sono reali? Non si può provare con una dimostrazione come quella della matematica, cioè provando che devono avere luogo; ma si può darne una prova come quella della storia, fondata sulla testimonianza, e come quella della fisica, fondata sull'esperimento.
1. Non è punto vero che i fenomeni spiritici non si siano mai veduti; anzi tutto avremmo in contrario la testimonianza della tradizione, di una tradizione che viene da tempi antichi e da popoli diversi. Storie e leggende son piene di fatti che parevano infrazioni alle leggi di natura, prodotti dall'intervento d'intelligenze occulte. Per tacere delle più importanti, come le apparizioni ed evocazioni dei morti delle quali dovrò parlare più innanzi, la consultazione dei tavoli era già nota a Tertulliano(8); la scrittura diretta ha cominciato al convito di Baldassare; la levitazione di Home, come si vede nei fakiri indiani, così era frequente nei santi e nelle streghe(9), ed ha cominciato almeno da Simon Mago; l'insensibilità al fuoco, il dono delle lingue, il dono delle guarigioni, la visione del futuro nello specchio, nell' acqua e nella mano, ecc. sono cose che s'incontrano nei libri vecchi ad ogni piè sospinto.
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