La Francia ha grandi scienziati e famosi spiritisti, ma non ha grandi scienziati che siano difensori della realtà dei fenomeni spiritici, perchè, dice un inglese, i francesi temono troppo il ridicolo. Ma Allan Kardec era professore anche lui, e uno fra i difensori più ardenti dello spiritismo è il Gibier, distinto naturalista e assistente di Pasteur; fra gli aderenti il Flamarion, e presto il Richet.
In Isvizzera, scrisse in difesa della realtà dei fenomeni il Thury, professore dell'Accademia scientifica di Ginevra(19); difensore ardente dell'occultismo e poi dello spiritismo il Perty, famoso entomologo, professore all'Università di Berna(20).
In Italia il Lombroso, il quale non aveva mai voluto nemmeno assistere alle esperienze, dichiarando che egli «non credeva all'anima delle poltrone», finalmente vi assistette, aiutato da alienisti esimj (Tamburini, Virgilio, Bianchi, Vizioli), «prendendo tutte le precauzioni che si potevano maggiori(21)» e la conclusione fu una sua lettera in cui si diceva «vergognoso e dolente di aver negato con tanta tenacia la possibilità di questi fatti»(22).
Dopo tutto questo, mi pare che avrei il diritto, anzi il dovere, di credere senza vedere, come fece il Challis, professore di astronomia a Cambridge, del quale il Wallace dice che fu forse il solo ad ammettere i fatti senza vederli, perchè: «le testimonianze sono così numerose e perfette, che bisogna ammettere le manifestazioni tali e quali le raccontano, o rinunciare alla possibilità di accertare un fatto qualunque colla testimonianza umana». Insomma il Crookes afferma a ragione che non c'è fatto della storia sacra e profana che sia attestato come i fenomeni detti spiritici; sicchè o bisogna ammetterli o bruciare la storia.
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