Ma io non ho detto tutto questo soltanto per giustificare la mia credenza ai fatti, bensì anche per modificare l'opinione del lettore, o almeno, come ho detto, di alcuni dei miei lettori giovani. Io non pretendo che credano alla realtà dei fatti; perchè se prima vorranno vederli anche loro, io dirò, non che abbiano ragione di dubitare di me (giacchè io riconosco che avevo torto di dubitare degli altri), ma che io devo comprendere e scusare in loro l'errore che ho commesso io. La mia domanda è molto più modesta, cioè che riconoscano: 1° che non hanno motivi sufficienti per esser sicuri che questi fenomeni sono impossibili; 2° che tante testimonianze numerose, autorevoli e concordi li rendono per lo meno molto probabili.
Infatti, notate bene, voi potete negare i fatti, dicendo che non li avete veduti; ma non potete più negare le testimonianze dicendo che non le avete udite. Ora, una causa la debbono avere; la concordanza di tanti testimoni non vorrete attribuirla ad una combinazione. Ora se non ammettete che la causa è nella realtà dei fatti, dovete sostenere che vi inganniamo, o ci inganniamo. Nel primo caso direste che noi mentiamo; ma la menzogna di tanta gente onesta, e menzogna senza profitto, non è ammissibile; alla peggio ammetterò la menzogna degli altri spiritisti; ma non la mia. Nel secondo, affermate che noi siamo in errore. Ebbene, discutiamo pure quest'ipotesi.
V.
Se siamo in errore, questo errore non può esser che di due specie: illusione o allucinazione; v'è allucinazione quando crediamo di avere una sensazione che non abbiamo, o in altri termini quando crediamo che la nostra sensazione sia prodotta da un'impressione esterna, mentre è prodotta da noi: c'è illusione quando la sensazione è reale, ma ci inganniamo sulla sua causa esterna.
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