Le ipotesi di Porfirio possono ridursi a tre classi; egli domandava infatti: 1° se gli esseri che facevano quelle cose erano Dei o demoni (cioè, pei pagani, esseri intermedii fra gli Dei e gli uomini), o le anime dei morti, o una classe di esseri obbedienti ma ingannatori, che imitavano gli Dei, i demoni e le anime dei morti, e sui quali non si poteva far assegnamento per nulla di buono (donde l'ipotesi odierna degli elementali): 2° o se erano fatte dal mùstes, che i latini traducevano iniziato o vats, ma che potremmo chiamare medio; sia che le facesse immaginandole (fantàzetai), sia che le facesse con emissione di forza materiale del suo corpo (simile alle ipotesi moderne dell'incoscienza del medio e della forza psichica); 3° o se vi fosse una üpòstasis, cioè se dietro il vate si nascondesse una divinità, se il vate agisse sotto la suggestione o inspirazione (epipnoìa) di una divinità.
Le ipotesi fatte dai moderni, e fra le quali bisogna scegliere, sono le seguenti:
1° Ipotesi dell'allucinazione; i fenomeni non esistono.
È l'ipotesi che fanno coloro i quali non hanno mai preso parte agli esperimenti.
2° Ammesso che i fenomeni esistano, si ricorre all'ipotesi dell'impostura, e si dice che sono prodotti dal medio scientemente.
3° Quando poi si ammette che non sono nemmeno imposture, si tenta di ricorrere ad un'ipotesi la quale ci permetta di credere che, ad ogni modo, è sempre il medio solo che fa tutto; che egli non è soltanto necessario, ma anche sufficiente. Perciò quelli che, ammettendo la realtà dei fenomeni medianici, hanno voluto spiegarli colla massima economia di meraviglioso, hanno dovuto supporre nel medio non soltanto l'energia fisica necessaria a produrre il fenomeno, ma anche l'intelligenza che la dirige; e, poichè il medio non ne sa niente, ad attribuirgli, ora sotto un nome, ora sotto un altro, un'intelligenza incosciente.
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Porfirio Ipotesi Ammesso
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