Il Lombroso, continuando a ragionar a priori sulla spiegazione dei fatti, dopo aver convenuto che aveva avuto torto di negar a priori la realtà dei fatti, si scusa col dire che li negava perchè gli pareva priva di ogni credibilità l'ipotesi di far parlare ed agire i morti, sapendosi troppo bene che i morti, massime dopo qualche anno, non sono che un ammasso di sostanza inorganica. E tanto sarebbe volere che le pietre pensassero e parlassero. Ora io so benissimo che i cadaveri dei morti, massime dopo qualche anno, non sono che un ammasso di sostanza inorganica. Ma qual'è la scienza che gli permetta di fare con certezza questo ragionamento, (analogo a quello succitato di Lavoisier contro le meteoriti): Le anime dei morti non ci sono più, dunque non possono comunicare con noi? e non potrebbe egli essere smentito, come Lavoisier, da quest'altro ragionamento fondato sui fatti: le anime dei morti si manifestano, dunque ci sono?
Per chi è profano alle questioni filosofiche, la questione se veramente si sappia che i morti non sono più che materia inorganica, è presto risolta. Per provare che una cosa si sa, non basta dire che noi ne siamo certi; perchè questa certezza può trovarsi anche nell'errore; bisogna che possiamo convincerne gli altri. Che la somma degli angoli in un triangolo è eguale a due retti, è una cosa che veramente si sa, perchè il matematico può dimostrarla: 1º fondandosi sull' osservazione, e dicendovi: «in tutti i triangoli che ho trovato io, la somma degli angoli era eguale a due retti; e non conosco nessuna testimonianza in contrario; se mai ne incontraste uno che facesse eccezione, chiamate due testimoni a constatarlo, e poi ne discorreremo»; 2° fondandosi sull'esperimento, e dicendovi: «provate a tracciar un triangolo, misurate gli angoli col compasso, e vedrete che la somma è sempre di due retti; o tracciatelo sulla carta, tagliate i tre angoli, metteteli uno vicino all'altro, e vedrete che vi danno sempre due retti»; 3° fondandosi sul ragionamento e dicendo, ad uno che già conosca ed ammetta i principj sulle parallele: «voi già sapete che gli angoli corrispondenti sono eguali, che gli angoli alterni-interni sono eguali; ma, prolungando un lato d'un triangolo e tirando una parallela ad un altro si hanno sempre, ecc. ecc., dunque in ogni triangolo la somma degli angoli deve essere, ecc.
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