Questo lo vedo; ma da ciò non mi sembra che risulti evidente l'impossibilità che nell'organismo umano e in altri organismi ci sia anche una sostanza intelligente ed invisibile la quale sopravviva al cadavere.
Infatti: in primo luogo non bisogna esagerare il significato dei due principj di analogia e di continuità. Come l'eguaglianza dei cittadini davanti alla legge non significa che siano trattati tutti egualmente, ma tutti in proporzione della loro condotta, così l'eguaglianza degli esseri davanti alle leggi di natura non porta che ragionino anche le bestie, che sentano anche le piante, e che vivano anche le pietre, e che, se esistono degli spiriti, si debba darne uno ad ogni corpo, ed a nessuno. Così pure, se in un certo senso è vero che la natura non fa salti, in un altro è vero che non potrebbe camminare se non facesse dei salti. Non sale ad alcun grado superiore senza aver percorso tutti gradi intermedii; ma salendo questa scala passa per certi gradi in cui si presentano delle novità assolute. Il ghiaccio, riscaldato fino a un certo grado, fa un salto e diventa acqua; l'acqua fa un altro salto quando diventa vapore. La prima cellula è stato un salto della natura il primo filamento nervoso, un altro salto; la prima parola un salto; l'alfabeto un salto; la stampa un salto. L'evoluzione non fa che preparar delle rivoluzioni; nessuno negherà che, e nella natura e nella società umana, vi siano valanghe, terremoti, cicloni e diluvii, sebbene siano preparati da graduali raffreddamenti, sedimenti, ecc.
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