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      Concludendo, se l'anima ci sia o no, è cosa che si può credere, ma non si sa. Quindi non si può dire a priori che le comunicazioni coi morti sono impossibili. Resterebbe l'obbiezione che, se pure le anime dei morti ci sono, non possono comunicare con noi; ma questo noi non lo possiamo dire, perchè l'altro mondo non lo conosciamo, e non sappiamo da che finestre o spiragli possa guardar nel nostro. La sola cosa che possiamo dire è che, malgrado le spiegazioni che ci hanno dato i sedicenti spiriti, non sapremmo spiegarci come comunichino. Ma, come dice il Vacquerie, leur existence admise, leur intervention n'est plus qu'un détail.
     
      XVI.
     
     
      Dunque sebbene a priori, cioè senza esaminare i fatti, l'ipotesi dell'incosciente del medio sia più naturale, quella dell'intervento dei defunti non si può dire impossibile. Perciò non bisogna dire: «Il medio esiste, e l'anima del morto no, e quindi bisogna ad ogni costo spiegare i fatti colle sole risorse del medio». Bisogna dire invece: «Che il medio esiste, è certo; se l'anima del defunto sopraviva non lo sappiamo: dunque, se si può, bisogna spiegare i fatti medianici col medio; ma se questo assolutamente non basta, ammetteremo tutto quello che è necessario, anche la suggestione mentale, e la telepatia, e i morti, e, se occorre, anche il diavolo».
      Ora se esaminiamo la questione a posteriori, cioè esaminando i fatti, cominciamo a constatare che l'intervento dei defunti, non solo non si deve dire impossibile, ma si può dire possibile. Infatti la prima circostanza comune ai fatti medianici è che sono segni di intelligenza.


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Per lo Spiritismo
di Angelo Brofferio
Domenico Briola Editore
1893 pagine 316

   





Vacquerie Bisogna