E tutti i selvaggi credono agli spiriti, a quanto dicono gli esploratori. Insomma pare che i revenants siano stati veduti in tutti i tempi e paesi. E, si noti bene, non c'è concordanza solo nei fatti raccontati, ma in tanti particolari dei fatti, che non si può credere che siano tutti inventati; le storie recenti di villaggi di pescatori o carbonari contengono particolari che si trovano in libri antichi, e rari, e scritti in latino o in greco.«Il carattere e il tipo delle apparizioni di fantasmi, dice Schopenhauer, è così determinato e speciale, che chi è esperto, al solo leggere una di queste storie, può giudicare se è inventata, o fondata su un'illusione ottica, o una vera visione.» E a questo proposito il Du Prel cita con ragione le parole scritte da un pezzo dal Glanvil nel suo Sadducismus triumphatus: «Se fossero scherzi della fantasia, sarebbe però un caso raro, che la fantasia, che è la cosa più variabile del mondo, ripetesse un medesimo concetto un infinito numero di volte in tutti i tempi e paesi».
Quanto valore abbia questa tradizione, è difficile stabilire; ma certo una tradizione ostinata, generale e spesso concorde non si può calcolore come eguale a zero. Confesso che qualche anno fa era uno zero anche per me. Le testimonianze dell'antichità classica non mi pareva che pesassero sulla bilancia delle probabilità neppure un grammo; anche quelle poche che erano state fatte in buona fede non provavano che illusioni ed allucinazioni, le quali potevano aver avuto qualche pretesto nella realtà, cioè nei sogni o nei fuochi fatui, ma eran prodotte sopratutto da sentimenti ed immaginazioni esaltate.
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