Il secondo fatto è che queste prove magiche si hanno più di frequente dai vivi che da quelli che si pretendono morti; la lettura del pensiero, la visione a distanza, il presentimento, si sono verificati centinaia di volte in persone sveglie, ma sopratutto nel sogno, nel sonnambulismo magnetico, in punto di morte.
3. Quali conseguenze dobbiamo dedurne?
In primo luogo è evidente che quando le intelligenze occulte non rispondono, o rispondono errori e bugie, è molto più naturale il supporre che non siano le anime dei morti, ma gli incoscienti de medii. Tuttavia non si può esserne sicuri; perchè, come ci sono illusioni pei nostri sensi, ve ne potranno essere pei loro; e come la vista, che è il più acuto e il più dotto dei nostri sensi, è precisamente il più soggetto ad illusioni, così i loro sensi potrebbero esser soggetti ad un maggior numero di illusioni che i nostri. E quanto alle bugie, non devono far stupire se vengono da anime di uomini.
Ma viceversa, quando pure ci danno di queste prove, ciò non prova punto che siano le anime dei morti. Siccome queste prove sono date talvolta dai vivi, specialmente dai sonnambuli, (sebbene neppur essi non le producano a richiesta, ed anch'essi dicano spesso delle bugie), così, se l'intelligenza occulta ci dà una di queste prove, non prova punto di esser l'anima di un morto; essa può benissimo essere l'incosciente del medio, o, come dice l'Hartmann, la coscienza sonnambolica del medio. La sola obbiezione che potrebbe fare lo spiritista sarebbe questa: perchè le cognizioni incoscienti del medio gli sono rivelate come se fossero quelle di un altro?
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Hartmann
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