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      Perchè un medio scrive automaticamente a sè stesso questa profezia: «Carlo, preparati; domani alle 3 tu morrai»? (Gibier, Spirit, p. 165). Perchè si credono due, mentre sono uno solo? Ma ciò rientra nella difficoltà del dualismo di cui già abbiamo detto. La cognizione magica di uno dei due non aggiunge una nuova difficoltà.
      Ma, dicono, se questo non prova lo spiritismo, prova almeno lo spiritualismo. Il du Prel, nella sua Filosofia della Mistica, e molti prima e dopo di lui, anche non spiritisti, si valgono delle cognizioni magiche del sonnambulo per dimostrare che ciò che in noi sente, pensa e vuole, è incorporeo, è spirituale. E, una volta ammesso che l'anima è spirituale, è facile ammettere che sia immortale, perchè la morte del corpo non la tocca. E, ammessa l'immortalità dell'anima, è quasi ammesso lo spiritismo; non c'è più che la difficoltà delle comunicazioni.
      A me non pare che la cognizione magica sia una prova assoluta che il soggetto senziente è incorporeo. Tuttavia mi sembra che provi queste due cose:
      In primo luogo, se non dimostra con certezza la verità dello spiritualismo, dimostra che non si può dimostrar vera neppure la tesi del materialismo; se non prova che il soggetto senziente è spirituale, distrugge le ragioni con cui si vuol sostenere che è corporeo. Il fatto che in certi casi (eccezionali fin che si vuole, si vede senza gli occhi e si ode senza gli orecchi, rende logicamente possibile che si possa sentire e pensare senza cervello. Se gli occhi e gli orecchi che si credevano necessari possono, in certe condizioni, esser inutili, per analogia può esser inutile il cervello, il sistema nervoso, il corpo stesso.


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Per lo Spiritismo
di Angelo Brofferio
Domenico Briola Editore
1893 pagine 316

   





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