L'autre jour, j'étais à Washington, assistant à des séances où les assistants recevaient des messages ècrits; je reçus, à mon grand étonnement, la communication suivante: «Je suis William Martin, jécris à la place de mon vieil ami William Wallace pour vous dire que dans une autre occasion, quand il le pourra, il se manifestera à vous».
«Je suis parfaitement certain qu'il n'y avait qu'une seule autre personne qui connût le nom de mon frère ou les relations entre mon frère et Martin, et cette personne c'était un autre frère, alors en Californie.
Je suis parfaitement certain que personne dans l'Est ne pouvait avoir connu ni l'un ni l'autre nom. Il me semble donc que c'est une très remarquable preuve d'identité». Questo caso dovrebbe essere convincente perchè Wallace era il solo che conoscesse il nome di suo fratello e di Martin, ma sopratutto perchè nessuno, neppur lui, sapeva il nome di battesimo di Martin. Ma il Kiesewetter, a p. 664 della sua Geschichte des neueren Occultismus, osserva che Wallace può averlo saputo e dimenticato, e quindi il medio sonnambulo chiaroveggente può averlo saputo da Wallace, il quale si trovava forse in sonnambulismo larvato. Insomma l'incosciente del medio può averlo saputo dall'incosciente di Wallace. Quest' ipotesi non si può escludere come impossibile. Io mi sono perfino lasciato raccontare una volta la storia di un sonnambulo che avrebbe letto nella mente del suo magnetizzatore un sonetto di cui questi non poteva più ricordarsi. E convengo che questo rende molto difficili le prove intellettuali dell'identità del defunto.
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