10º Ci vorrebbe dunque l'esempio di un defunto il quale dicesse una cosa ignota a tutti. Tale mi pareva l'esempio di quel defunto che, parecchi mesi dopo la sua morte, avrebbe palesato medianicamente a suo padre di non esser morto di malattia, ma avvelenato (Aksákow, p. 505, ss.); esempio non isolato(47). In tali casi il solo ben informato è l'assassino, il quale certamente non è interessato a rivelar nulla.
Ma il caso non è ancora dimostrativo, perchè potrebbe trattarsi di rivelazione telepatica involontaria prodotta precisamente dal rimorso del colpevole. Una tale ipotesi parrà strana; ma sarebbe sempre meno strana che la rivelazione di un defunto. E ci sarebbe poi, fra le storie di apparizioni di viventi, un esempio, che la Crowe (Nightside of Nature, p. 183, ss.) pone fra i più straordinari e insieme fra i più autentici, in cui l'apparizione non può esser prodotta che dal rimorso di un colpevole. Glasgow era una volta città molto più pia di adesso; tanto che appositi ispettori andavano attorno la mattina della domenica, per vedere se alcuno stava lontano dalla santa Messa. Una mattina trovarono un giovane sdraiato sull'erba; essi riconobbero in lui, di pieno giorno, un assistente chirurgo, che conoscevano benissimo; il giovane, invece di badare alle loro osservazioni disse: «Io sono un miserabile; guardate nell'acqua»; e s'allontanò. Essi trovarono nell'acqua il cadavere di una giovane donna, incinta, colla quale era noto che il giovane aveva avuto relazione intima; ed era stata evidentemente uccisa con uno strumento da chirurgo; e quel giovane era stato l'ultima persona che si fosse veduta colla vittima.
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