Ma non iscoraggiamoci: resta ancora un mezzo di spiegare il fatto, pur restando d'accordo colla teoria Mary-Jane (nihil est in medio quod prius non fuerit in prœsentibus), ed è di gettar tutto sulle spalle dell'incosciente di Evangelides. Allora la supposizione è questa che Evangelides ebbe l'impressione telepatica della morte di suo figlio, che questa rimase latente nel suo incosciente fin che si trovò davanti al medio, e allora la comunicò all'incosciente di Laura, e se la fece annunciare in nome del fratello di Marco Botzaris, suggerendogli anche, sempre incoscientemente, la traduzione greca del suo pensiero incosciente, e il modo di pronunciarla. Quest'ipotesi è per verità un pò complicata, cioè composta di più ipotesi; e ciascuna di queste ipotesi è maravigliosa; ma è la sola che possiamo fare, se non vogliamo ammettere, oltre Laura ed Evangelides, un terzo interlocutore, cioè lo spirito del fratello di Marco Botzaris.
Per quanto io cerchi, non trovo analogie che possano suggerirmi un'altra ipotesi; egli è vero che il dono delle lingue l'avevano gli apostoli, ma anch'essi credevano che venisse di fuori, cioè dallo Spirito Santo. L'avevano talvolta gli ossessi; ma essi l'attribuivano agli spiriti maligni. Si dice che talvolta l'hanno i sonnambuli; ma il vero è, lo confessa anche Hartmann, che un sonnambulo non capisce una lingua non imparata, bensì capisce il pensiero di chi parla(49); tanto è vero che quando l'interrogante stesso non capisce, non capisce neppure il sonnambulo; e nessun sonnambulo poi risponde in una lingua che non sa; anche questo lo ammette Hartmann (p. 66); e l'Ennemoser (citato da Aksákow, p. 422) ne dà questa ragione: che il parlare una lingua è un'abilità tecnica, come il suonare un istrumento, e che perciò non si acquista senza esercizio.
| |
Mary-Jane Evangelides Evangelides Laura Marco Botzaris Laura Evangelides Marco Botzaris Spirito Santo Hartmann Hartmann Ennemoser Aksákow
|