Insomma a spiegare i fatti di questo capitolo non basta supporre che nei cervelli e nell'etere si conservino le traccie di tutto il passato; bisogna supporre che un medio possa acquistar istantaneamente un'arte, imitar senza esercizio la scrittura di un dato individuo.
4° Per concludere: anche se non avessimo altre prove dell'identità di alcune intelligenze occulte coi defunti che le prove intellettuali, cioè quelle fornite dal contenuto e dalla forma di certe comunicazioni medianiche, l'ipotesi dell'incosciente del medio mi parrebbe meno probabile che quella dell'intervento dei defunti. Infatti:
Mi pare che l'ipotesi dell'incosciente del medio non abbia altro vantaggio sulla spiritica che quello di esser più naturale, cioè più conforme a ciò che la scienza sa (o la maggioranza degli scienziati crede di sapere) sulla natura;
Mi pare che la difficoltà di trovare dei casi nei quali essa sia assolutamente esclusa derivi soltanto da questo che in un incosciente non ci si può veder dentro, e quindi possono metterci tutto quello che vogliono; è un vero asylum ignorantiœ, un Deus ex machina, une bonne à tout faire.
Mi pare che l'ipotesi di uno sdoppiamento del medio in due persone simultanee non sia molto naturale, nè psicologicamente, nè fisiologicamente;
Mi pare che con quest'ipotesi si spieghi bene soltanto una cosa: in che modo l'intelligenza occulta indovini i pensieri del medio;
Perchè possa spiegar il resto, bisogna concedere all'incosciente la chiaroveggenza, la lettura del pensiero, e le altre cognizioni magiche, ossia una gran parte di ciò che finora si è giudicato soprannaturale;
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Deus
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