E mi par più conforme all'esperienza, e per ciò più naturale, il dire: deve farle qualcuno che sa delle cose che noi non sappiamo.
Ma questa mia pregiudiziale può parer dettata da un pregiudizio, da opposizione sistematica. Sia per non fatta. Quindi, tornando indietro, ripeto che per spiegare i fenomeni fisici dello spiritismo, e spiegare in modo da far capire, non basta dire che l'incosciente c'è, e perciò attribuirli a lui, ossia fare un'ipotesi gratuita; bisogna provare che può produrli, e per ciò che ne produce di analoghi a tutte le quattro classi che abbiamo distinte.
Per la prima classe, abbiamo già detto che un gesto può essere involontario, ma non può esserlo la scrittura automatica di una comunicazione di più pagine; che perciò bisognerebbe attribuirla ad una volontà incosciente. Ma della difficoltà di quest'ipotesi ho già ragionato nel capitolo decimonono; perciò non vi tornerò su, tanto più che con questa sola ipotesi non si spiegano i fatti delle altre classi.
Della spiegazione dei fenomeni della seconda classe non parlo che per non lasciar una lacuna. Si sa che il Faraday, il Chevreul, più recentemente il Carpenter, hanno creduto di spiegar i fenomeni fisici dello spiritismo come illusioni muscolari degli spiritisti; il tavolino gira perchè gli astanti, apponendovi le mani col desiderio e la speranza che giri, lo fanno girare senza accorgersene; è l'attenzione aspettante che genera dei moti incoscienti. Per questi, senza che il lettore sia obbligato a leggere i due volumi del conte Agenore di Gasparin sulle Tables tournantes, e poi le due dissertazioni del Thury sul medesimo argomento, si potrà fargli osservare in breve:
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Faraday Chevreul Carpenter Agenore Gasparin Tables Thury
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