La teoria del perispirito può non essere una rivelazione degli spiriti, ma un'eco della tradizione filosofica; infatti il perispirito c'era già, sotto altro nome, nel mediatore plastico proposto da Cudworth per risolvere il problema cartesiano della comunicazione delle due sostanze, materia e spirito; e questo era già nel corpo astrale o sidereo di Paracelso e degli occultisti del Rinascimento; e questo nel principio individuale (nephesch, se non erro) della Cabbala; e nel corpo spirituale di San Paolo; e questi nel corpo spirituale, sottile, immateriale, immagine dell'uomo, di cui parlano ripetutamente i filosofi alessandrini: e questi, checchè dica lo Zeller contro il Susemihl, possono averne trovato un accenno in Platone, che nel Fedone parla espressamente di un somatoide, che accompagna l'anima, nell'altra vita; ma più probabilmente l'avranno ricevuto dall'Egitto, poichè il Libro dei Morti annovera fra le parti dell'uomo un Ka, che Le Page Renouf e Maspero traducono le double de l'homme; o dall'Oriente, e specialmente dall'India, che in tutti i suoi sei grandi sistemi filosofici riproduce la teoria del corpo sottile (suskshma çarira), del corpo che serba il segno dell'individualità (linga-çarira). Egli è vero che ciò proverebbe che la teoria degli spiritisti non dovrebbe dirsi del tutto stupida, se a tanti filosofi è parsa così naturale. E non so se si possa pretendere che gli spiriti, per dir cose vere, debbano sempre dir cose nuove. Ma, insomma, questa spiegazione potrebbe esser falsa; e certo è molto vaga e insufficiente.
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