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      Poi può essere il fantasma di un assente.
      L'altra concessione da fare è questa, che, se e quando pure vi sono fantasmi di defunti, questi possono non avere maggior realtà di quella che ne abbiano i fantasmi del viventi; il fantasma di un vivente, qualunque cosa sia, non è il vivente stesso, poichè appare dove il vivente non è, e mentre anche il vivente è sano e sveglio e si occupa degli affari suoi; quindi è chiaro che anche il fantasma del defunto potrà sempre non essere il defunto.
      Ma, fatte le debite concessioni, facciamo anche valere le nostre ragioni:
      La prima è questa, che la telepatia è un'arme a doppio taglio: se i fantasmi dei viventi rendono inutili quelli dei morti, li rendono anche possibili. Se un vivente può apparire ed agire anche dove il suo corpo non è, ciò conduce all'ipotesi che possa apparire ed agire anche quando il suo corpo non c'è più; se la forma del corpo può separarsi dal corpo potrà forse soppravvivergli. Questa non è che un'ipotesi; potrebbe darsi invece che l'apparizione di un vivente fosse l'azione fisiologica di un organismo su un altro; ma anche questa non è per ora che un'ipotesi. Egli è vero che questa è più conforme a ciò che per ora ammettono le scienze naturali; ma l'altra è più conforme ai fatti, in quanto un vivente apparisce più facilmente allorchè dorme, e sopratutto in punto di morte. Perciò chi ammette la telepatia è sulla soglia dello spiritismo. Si legga un po’ l’introduzione ai Fantasmi del vivente (p. 7 della trad. franc.):
      «Il me semble tout à fait improbable que la télépathie puisse recevoir une explication purement physique, bien que cette explication soit logiquement concevable.


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Per lo Spiritismo
di Angelo Brofferio
Domenico Briola Editore
1893 pagine 316

   





Fantasmi