Ripetei la prova e per più sere consecutive ebbi la medesima risposta. Che fare? Con una certa titubanza, ve lo confesso, scrissi al Perusini ed egli accettò il poco piacevole incarico. Al momento opportuno egli venne espressamente a Firenze e prima di ripartire, fra le altre cose, consegnò a mia moglie una scatola di confetti. Due giorni dopo offrendone qualcuno ad una conoscente, trovai tra quelli un involto con 25 monete d'oro! Nelle condizioni in cui mi trovavo era una fortuna per me; ma per un certo sentimento di amor proprio, non potei trattenermi dall'esprimere in una lettera il dispiacere provato per quel fatto. Il Perusini si scusò facendomi una confidenza di grandissimo valore per me. Egli si dichiarava credente nello spiritismo, dicendomi che non appena ebbe ricevuta la mia lettera, prima di accettare l'incarico che volevo dargli, domandò consiglio agli spiriti. Gli risposero di accettare, consigliandolo ad approfittare della circostanza, per porgermi un aiuto finanziario. Questa è la verità e, notate bene, io ignorava completamente che egli fosse spiritista come me.
Esempj analoghi si trovano nelle collezioni spiritiche. Ma il più bello ch'io conosca, sebbene io non possa certamente star garante della sua autenticità, è quello raccontato dal Wallace, che citerò malgrado la sua lunghezza: «Un autre cas est aussi une preuve claire et frappante; c'est celui d'un ami de Washington, officier de l'armée des Ètats-Unis. Il étudiait le Spiritisme de puis environ trente ans; il avait eu de fréquentes communications de sa fille morte depuis des années.
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