Pagina (268/316)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Voi partite dunque da un'idea tutta a priori; e mi par che il fondarvi su un'idea che vi siete fatta voi, per negare precisamente quello che vi dicono loro, che dovrebbero intendersene, sia troppa presunzione. Anzi, l'idea che vi siete fatta voi mi sembra appunto falsa a priori. I più s'immaginano il fantasma di un defunto come un cadavere, anzi come uno scheletro avvolto in un lenzuolo; e invece, sia nella tradizione che negli esperimenti spiritici, i fantasmi sono spesso ombre leggere, incomplete, fuggevoli, ma sempre hanno parvenza di vivi. E come essi sui fantasmi dei defunti, così voi v'ingannate sui loro spiriti. Per dire che dovrebbero comunicar tutti, e dir cose degne di loro, voi dovete supporli eguali e perfetti: ed ambedue queste cose farebbero l'altra vita molto monotona e molto ingiusta. Ad ogni modo non dobbiamo giudicare la loro condizione che da ciò che dicono e fanno. Ora, da ciò che dicono e fanno, è lecita supporre (intendiamo bene: supporre) che siano vere le cose che dicono le intelligenze occulte e gli spiritisti, ossia:
      Primo, che le anime del defunti sono, quanto a sentimento ed intelligenza, ancora eguali a noi, (o meglio a ciò che erano prima di morire), almeno per un certo tempo, (giacchè col tempo l'esperienza d'un altro mondo deve cambiarli); questa asserzione di Swedenborg e dei suoi successori, fondata sulla testimonianza delle intelligenze occulte, è molto più conforme alla legge d'evoluzione e al sentimento di giustizia che l'ipotesi contraria; ad ogni modo è tanto lecita come la contraria; e basterebbe a spiegare perchè spiriti di analfabeti non sappiano che farsene di un medio scrivente.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Per lo Spiritismo
di Angelo Brofferio
Domenico Briola Editore
1893 pagine 316

   





Swedenborg