E spiegherebbe la trivialitą o volgaritą di molte comunicazioni; la maggioranza degli uomini č volgo, appunto perchč č la maggioranza; tutti egregi non possono essere, perchč in un gregge non tutti possono spiccare. E che gregge di spiriti puņ dare l'Italia col sessanta per cento di analfabeti! E fra quelli che sanno leggere e scrivere quanti sono quelli coi quali puņ esser piacevole od utile il discorrere? Questo spiega anche, almeno fino ad un certo punto, le bugie e le frequenti mistificazioni; si pensi alle lettere anonime, alle mascherate senza spirito, alle stupidaggini dei pesci d'aprile, al bel gusto di mettere le mani sugli occhi alla gente, a quelli che vi levano la sedia quando state per sedervi. Nell'Aksįkow c'č perfino il caso (e pare uno di quelli in cui si č riconosciuto lautenticitą del defunto), della comunicazione di un pazzo che era comparso dopo morte. (Io ne ho avuta una simile, ma nulla mi provava che non venisse dall'immaginazione del medio).
Secondo, č perfettamente supponibile che viceversa i defunti, avendo una costituzione fisica diversa, abbiano sensi diversi dai nostri, e che sia vera la sentenza di Kant, che l'altro mondo non č un altro luogo, ma un altro modo di vedere. L'Aksąkow, (p. 473-474) domandava ad uno spirito o supposto spirito: «Tu dici di avere un organo visivo; allora com'č che tu non puoi vedere certe cose senza il medio?» E lo spirito gli dą una sensatissima risposta che qui riassumo: «Io ci vedo; ma le nostre sensazioni sono, quantitativamente e qualitativamente, diverse dalle vostre; sicchč altro č il veder una cosa per me, altro il vederla in modo da renderne conto a te; per questo bisogna che la veda come la vedresti tu; e per questo ho bisogno del medio». Se č difficile esprimersi per mezzo di un interprete, tanto pił deve esser difficile il far capire per mezzo di un interprete i colori ad un cieco.
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