Poi, per consiglio degli spiriti, si adottò il tavolino, che era più comodo di un muro; poi al tavolino si adattò una matita; poi la si attaccò ad una planchette; poi si prese in mano. Poi gli spiriti scrissero senza la mano del medio. Poi si materializzarono. Hanno dunque fatto grandi progressi. Sicchè ora sono più numerosi quelli che li interrogano. Ma non sanno interrogare. Gl'interroganti si dividono in due classi opposte: quella degli spiritisti, i quali credono già, e quindi non domandano mai prove, e lasciano che gli spiriti si sbizzarriscano a loro posta; gli altri sono novizj, i quali vogliono far ben capire che non sono così minchioni da credere, come diceva Lombroso, all'anima delle poltrone; e non avendo subito risposte soddisfacenti, si disgustano e se ne vanno. Ci sono perfino di quelli che, più hanno prove, meno credono. Si muovono in questo dilemma: o non ammettono i fatti perchè sono troppo maravigliosi, o non ammettono gli spiriti perchè non fanno abbastanza maraviglie. Rari sono gli sperimentatori che sanno sperimentare senza credere nè negare, adoperando la prima fra le virtù dello scienziato, che è quella di saper dubitare, e dubitare non solo del sì, ma anche del no, e che intanto sperimentano come se potesse essere, e che hanno costanza di provare e riprovare fin che riescono ad un experimentum crucis. Rari quelli che ammettono che la rarità delle manifestazioni convincenti può derivare dalla difficoltà di manifestarsi. Rari anche quelli che dopo aver osservato con pazienza sanno giudicar bene.
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Lombroso
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