Lo spirito si confonde col medio; noi non sappiamo come; certo è che nelle idee, nello stile e nella scrittura della comunicazione medianica c'è sempre poco o tanto che non si deve attribuir al defunto, perchè viene dall'interpretazione del medio; ma non si deve esagerare in senso contrario ed attribuire tutto al medio. La proporzione fra i due elementi è molto variabile. E la separazione di questi due elementi pochi sanno farla, perchè ai più manca una di queste due condizioni: mente osservatrice dei particolari, carattere imparziale fino in fondo all'incosciente. Pochi sono disposti a comprendere che può esser vero che ci voglia un medio adatto e uno spirito adatto; che per disegnare la facciata della cattedrale di Rouen senza averla veduta (come accadde a un mio conoscente, che tutti dicono persona onestissima), conviene che ci sia un medio disegnatore e uno spirito architetto. Pochi sanno capire, come il Lodge, (Proceedings, VI, 448, S.), che lo spirito di Phinuit, medico marsigliese, parlando per bocca di Mrs. Piper, inglese, mentre questa è in trance, non può parlare che un inglese infranciosato. Così il Varley, insigne elettricista, domandava agli spiriti perchè non ci hanno mai dato cognizioni scientifiche nuove; la loro risposta, tutta sensata, ma un pò lunga per esser citata per intero, conclude che per questo ci vorrebbe un medio scienziato che sapesse tradurre con parole intelligibili idee scientifiche; e il Varley fa un calcolo, pur lungo a citare, secondo il quale non si potrebbe, in media, avere un medio scientifico che ogni dieci generazioni.
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