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      La sua stranezza non è dunque tale che si debba respingere ad ogni costo, ma solo tale che si deve respingere se ne troviamo un'altra la quale, spiegando un numero eguale, o quasi eguale, di fatti medianici, e con una chiarezza eguale o quasi eguale, sia più naturale, cioè li spieghi con quelle cause che la scienza ammette di già; altrimenti la teoria spiritica si dovrà ammettere almeno come ipotesi direttrice degli esperimenti, fin che se ne trovi una migliore.
      Veniamo al quarto punto: se un'ipotesi migliore della spiritica ci sia. Le ipotesi da passar in rassegna non sono molte. La prima che si presenta quasi di per sè, è che, siccome il medio è necessario, così egli sia anche sufficiente; che, siccome è la sua mano che scrive, sia il suo cervello che pensa. E siccome da una parte egli dice di non aver coscienza di pensare ciò che scrive, e dall'altra, per le molte ragioni già vedute, bisogna escludere l'impostura, così, se non vogliamo supporre alcun fattore fuori del medio, non possiamo fare che questa ipotesi: che l'intelligenza occulta sia l'intelligenza incosciente del medio.
      Ora, se esaminiamo quest'ipotesi secondo i tre criterj che ci siamo proposti, noi osserviamo che:
      Quanto a semplicità, bisogna convenire che quest'ipotesi è semplicissima, tanto semplice quanto la spiritica; la prova è che in una riga l'abbiamo scritta tutta.
      Quanto a naturalezza, concederemo che questa la vince sulla spiritica. Ma intendiamoci bene: in primo luogo non convengo che essa sola sia naturale, bensì soltanto che è più naturale; perchè quella non ha altra analogia nell'esperienza dei fenomeni naturali, fuorchè le apparizioni spontanee dei morti, che la scienza non ammette ancora, mentre questa postula soltanto il pensiero incosciente, che, scoperto da Leibuitz, ora è accettato dalla fisiologia e dalla psicologia positiva.


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Per lo Spiritismo
di Angelo Brofferio
Domenico Briola Editore
1893 pagine 316

   





Leibuitz