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      Dico che non ispiega, se spiegare significa far capire. E, domandando che mi facciano capire, non pretendo già che mi dicano come la causa assegnata produca l'effetto da spiegarsi; ma solo che assegnino una causa della quale si sappia non solo che in natura esiste, bensì ancora produce effetti simili a quelli che si vogliono spiegare; e che questa causa sia quantitativamente adeguata all'effetto che si vuoi spiegare. Per esempio non crederò che una casa sia caduta perchè vi è stato commesso un delitto, sebbene io sappia che anche i delitti sono in natura; crederò, se mi diranno che è stata schiacciata da un peso (sebbene io non sappia cos'è il peso del corpo che cade, o l'attrazione del corpo verso cui cade); e bisognerà parlarmi di un peso sufficiente, per es. della frana di un monte, o almeno di un metro di neve su un tetto marcio; giacchè non crederò mai che la casa sia caduta perchè un passero si è posato sul comignolo. Io ammetto benissimo che in natura ci sia anche il pensiero incosciente, sebbene sia una cosa tanto incomprensibile come l'attrazione dei corpi; ma non vedo che l'incosciente abbia mai prodotto naturalmente nessuno dei fenomeni che si ottengono cogli esperimenti medianici. Tutto ciò che si può ammettere è che possa contribuire ad alcuni dei fenomeni più elementari; ma sarebbe una causa troppo inadeguata per il complesso di questi fenomeni, specialmente pei più maravigliosi. La ipotesi dell'incosciente del medio non ispiega naturalmente che una cosa: perchè l'intelligenza occulta indovina il pensiero del medio.


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Per lo Spiritismo
di Angelo Brofferio
Domenico Briola Editore
1893 pagine 316