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      Queste tre cose deve ammettere chi ammette i fatti, sia spiritista o no. Ora, per spiegarli:
      alfa) Tutti questi fatti sono, non solo poco naturali, cioè non ancora ammessi dalla scienza, ma sono sempre stati negati dalla scienza e dal senso comune perchè sopranaturali; sono miracoli e stregherie che non si trovano che nelle leggende dei santi e nelle storie della magia. Dunque una delle due: o ammettere il sopranaturale, e allora è inutile ricorrere all'incosciente per evitare le comunicazioni coi defunti, che sarebbero sopranaturali; o dite che la scienza è soltanto costretta ad ammettere come naturali delle cose che credeva sopranaturali, e allora dovete capire che la signora scienza e il signor senso comune possono sbagliarsi anche quando credono sopranaturali le comunicazioni coi defunti.
      beta) Più ancora della telepatia e della chiaroveggenza, questa onnipotenza del pensiero sarebbe, se non una prova sufficiente dello spiritismo e nemmeno dello spiritualismo, almeno una prova assoluta della mancanza di base del materialismo. Voi volete trarre il pensiero dell'intelligenza occulta dall'incosciente del medio, perchè il medio ha un cervello; ma questo pensiero, uscito fuori dal corpo del medio, produce o si trasforma in una mano vivente che vi offre un fiore o scrive colla matita; ora all'asserzione che il pensiero è proprietà dell'organismo non si può dare maggior risposta che quando un organismo è fatto dal pensiero.
      gamma) Il supporre che tutti questi fatti (dei quali nessuno, nemmeno fra i partigiani della forza psichica del medio, nega che siano prodotti dal pensiero), siano prodotti dal pensiero di un essere che non solo è ignorante (cioè non ha la scienza del come si possano fare queste cose, altrimenti il medio conterrebbe un vero mago), ma ancora è incosciente (cioè non sa nemmeno che è lui che li fa, altrimenti non li attribuirebbe ad un altro), ed anzi non ha nemmeno l'immagine incosciente della cosa da fare (necessaria a produrre il fantasma fotografabile di un defunto che il medio e gli astanti non hanno mai conosciuto), ma ha soltanto un vago desiderio che si realizzi una cosa di una certa specie, - il suppor tutto questo, per non ammettere le comunicazioni dei defunti, è un far questo ragionamento: «Questi fatti sono manifestamente prodotti da un'intelligenza; ma non possono essere prodotti dalla nostra intelligenza cosciente, perchè la superano, perchè sono incomprensibili per la nostra scienza; d'altra parte un'intelligenza cosciente non nostra non ci può essere, perchè sarebbe una cosa sopranaturale (a priori); dunque non si può attribuirli che alla nostra intelligenza incosciente ». E questo è un preferire l'irragionevole al soprasensibile, ossia l'antinaturale al sopranaturale.


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Per lo Spiritismo
di Angelo Brofferio
Domenico Briola Editore
1893 pagine 316