- Bravo. Avete fatto un bel lavoro che vi deve essere costato molta fatica. Me ne congratulo con voi». Dopo di che continuò imperterrito a dire e a scrivere come prima che l’uomo non ha l'osso intermascellare.
«Si vede - esclama Goethe - che ero molto giovane e ingenuo e conoscevo ben poco il mondo se mi mettevo io scolaro a contraddire un maestro, peggio! se gli provavo che sbagliava». Infatti il giovane Goethe navigava nella corrente viva della scienza, mentre l'altro povero vecchio, uomo celebre, era là indietro maestosamente fermo sulla sua secca dell'osso intermascellare. - Che bella cosa - disse un inglese crudele ma sapiente - che bella cosa se gli scienziati non vivessero mai più di sessant'anni! Dopo i sessant'anni non ve n'ha uno che voglia saperne di cambiare idee».
(4) Anche lo Sciamanna nella Nuova Antologia: «Non si può pensare a questo commercio colle anime dei defunti senza diventare miserevolmente ridicoli. - E il Pierre Janet chiude il suo articolo sullo Spiritisme contemporain, scusandosi del suo tono canzonatorio contro lo spiritismo, con queste parole:«Il n'est pas toujours possible de parler sérieusement de choses qui ne sont pas sérieuses». - E negli Annales des sciences psychiques il Chandoz caccia da parte, con un piede, le teorie spiritiche, «qui sont toutes, sans exception, d’une bêtise peu commune». E così quasi tutti. Per non farsi cattivo sangue con quelli che la pensano così, bisogna sempre tener a mente che il miglior modo di punirli della loro volontaria cecità è appunto di lasciarli nell'oscurità.
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