Leonardo Bruni2 nacque nel 1369 in Arezzo da famiglia ingenua ed onorata3. Ebbe dalla città il soprannome di Aretino, col quale egli è più universalmente conosciuto. Non vuolsi però confondere coll'altro Aretino, infamia dell'età che lo sofferse, lo lodò e lo chiamò divino. Il padre, quantunque non ricco, era dei beni del mondo abbastanza agiato per provvedere di buona educazione il figliuolo, in cui sino dai primi anni si scoprì un grandissimo ardore per le lettere4. Delle quali a innamorarlo vie maggiormente vogliono i suoi biografi che molto contribuisse una singolare circostanza. Quando nel 1384 Engherrando di Coucy scese con un esercito francese in Italia per sostenere i diritti di Luigi d'Angiò contro Carlo III, venuto egli in quel d'Arezzo, molti fuorusciti in unione ai Tarlati, famiglia potente e nemica implacabile dei Fiorentini, la quale possedeva oltre a settantanove castella, colsero questa occasione per invitarlo a impadronirsi della città, dove per mezzo delle pratiche e aderenze ch'ei vi tenevano lo introdussero la notte del 29 di settembre 1384. Nella città insieme ai Francesi i fuorusciti irruppero con impeto feroce, vi menarono orrenda strage, e tutta la riempirono di confusione e di sangue. Molti cittadini furon fatti prigionieri, tra' quali il vescovo, il padre di Leonardo e Leonardo stesso; quelli condotti nel castello di Pietramala, questi nell'altro di Quarata. Nella stanza in cui fu chiuso il giovinetto era un ritratto del Petrarca; a tal vista tutto egli si commosse, nè mai stancavasi dal rimirare l'imagine del gentile cantore di Laura.
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