Compiuti i suoi studi, ed essendo tuttavia in giovanissima età, s'acquistò fama di dotto e di sapiente. Alle corti miravano i letterati di quell'età; quindi non è maraviglia se anche Leonardo aspirasse a un posto onorifico e lucroso nella romana cancelleria. Il Bracciolini, che fino dal 1404 viveva in Roma coll'ufficio di scrittore delle lettere apostoliche, con ogni sollecitudine si adoperò a soddisfare al desiderio dell'amico, volendo egli dargli con ciò una prova del suo costante e tenerissimo affetto. Era Poggio da Innocenzo VII risguardato con particolare amorevolezza e considerazione: ciò gli diede animo a commendare in ogni opportuna occasione le virtù, l'ingegno e il sapere di Leonardo, il quale dal pontefice invitato si recò a Roma nel marzo del 1405. Coluccio Salutati, cancelliere in quel tempo della repubblica fiorentina, raro esempio di tutte pubbliche e private virtù, amantissimo degli studi e degli studiosi, scrisse a Innocenzo una lettera, nella quale ampiamente commendava i meriti e le qualità del giovane, di cui egli con l'affetto di padre avea diretta l'educazione6. Infatti Leonardo si professava debitore a lui se avea apprese le lingue greca e latina, e acquistata cognizione dei poeti, degli oratori e delle più insigni opere dell'antichità7.
Fu Leonardo ricevuto dal papa con segni manifesti di benevolenza, non ostante che in sul primo non poco si maravigliasse di trovarlo più giovane assai di quello ch'egli si era figurato. Però gli disse, che mentre era chiaro abbastanza della capacità sua, l'ufficio a cui aspirava richiedeva molta maggiore esperienza di quella che dall'età sua fosse da attendersi.
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