Di questi Fidenati i più vicini erano i Vejenti: i quali avendo sentito la perdita e la calamità de' loro propinqui, e dubitando che i Romani per questa vittoria non pigliassero animo a passare più innanzi, ragunarono la loro gioventù, e con armata mano corsero in quel di Roma: e Romolo dall'altra parte uscì fuori con le legioni romane. E in questa maniera fu il principio della guerra fra' Romani e Toscani: la quale, dopo alcune prede e correrie, terminò per allora presto: e seguìnne una triegua, di comune consenso delle parti, di anni cento.
Ma accadde, che tutte le guerre che seguirono poi fra loro, nacquero da questi principj: perchè o la triegua si diceva essere finita, o a quella dalle parti essere contraffatto. Trovasi che, vivente Romolo e poi Numa Pompilio, fu conservata questa triegua intera senza alcuna innovazione. Al tempo di Tullo Ostilio, terzo re de' Romani, fu suscitata nuova guerra per la ribellione de' Fidenati: i quali i Vejenti loro vicini presero ajutare contro a' Romani, e collegaronsi con Mezio Suffezio dittatore degli Albani. Questo Mezio dopo la zuffa de' tre Orazj romani, vedendo che il principato era venuto a Roma e la città d'Alba a suo tempo sottomessa, n'aveva in sè medesimo tanto sdegno, che segretamente s'era convenuto co' Toscani di volgere tutte le sue genti in sulla battaglia contro a' Romani, e a Tullo Ostilio aveva dimostrato di venire in suo ajuto: ma fu uomo tanto doppio e di vile animo, che nè agli amici nè a' nimici osservò cosa che promettesse.
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