In questa guerra non furono sbattuti i Toscani, nè alcune loro città di pregio furono loro tolte, ma fecero l'una parte all'altra grandissimi danni: e nientedimeno, compensato l'uno con l'altro, i Romani furono riputati superiori.
Dopo questi tempi, mancati i Re e cacciato Tarquinio superbo, il popolo romano prese la libertà, e suscitossi nuova guerra co' Toscani: perocchè i popoli de' Vejenti e de' Tarquinj fecero impresa per Tarquinio superbo, che originalmente era di nazione Toscana ed era rifuggito a loro per ajuto. E venendo con grande sforzo in su' terreni de' Romani, e Lucio Bruto e Marco Valerio Publicola, che erano i primi consoli della nuova libertà, uscendo a campo con lo esercito, fecero una grande battaglia, nella quale, vi morì più gente de' Toscani: ma il danno de' Romani fu maggiore, perchè vi rimase morto Lucio Bruto, il quale era stato autore e capo di cacciare Tarquinio. E fu tanto lo spavento dell'una parte e dell'altra, che quasi ognuno reputandosi vinto, levarono i campi e ognuno si ridusse nel paese suo. Questa guerra di poi rinnovò Porsenna re di Chiusi a istanza di Tarquinio superbo: il quale con grande forza de' Toscani fece impresa di restituirlo nel regno, e strinse in modo i Romani, che fu per occupare e sottomettere Roma. E forse l'avrebbe fatto, se non fosse la virtù d'Orazio Coclite, che sostenne tanto l'impeto de' vincitori, che gli fu dietro tagliato il ponte del Tevere, e non poterono per quella cagione i Toscani passare più innanzi. Gli onori che furono di poi attribuiti ad Orazio Coclite, dimostrano la grandezza del pericolo in che si ritrovò in quel tempo la città di Roma.
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