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      E in questo modo i Toscani essendo superiori e seguendo la vittoria, appiccarono un'altra battaglia, e ruppero il consolo e l'esercito de' Romani, e misero a sacco gli alloggiamenti del campo. Di poi con grande impeto di mano in mano correndo il paese, si condussero con le genti a Roma, e presero il monte Gianicolo di qua dal Tevere allo incontro del Campidoglio: e tenuto alcuno mese come assediata la città, presero animo di passare il Tevere, e dalla porta Collina e in alcuni altri luoghi fecero alcune zuffe co' Romani. Per le quali furono costretti, come innanzi da Porsenna, così allora provare gli ultimi rimedj, e due consoli con tutto il fiore della gioventù romana uscire fuori ed appiccare una grande battaglia al monte Gianicolo: dove il fatto d'arme fu aspro, e nientedimeno non fu però tanto prospero il fine per la parte de' Romani, che l'uno de' due consoli non fosse accusato appresso al popolo romano, e giudicato che non aveva ben combattuto. Ma perchè e' non pare necessario di narrare tutte le battaglie particolarmente, recando a una somma, questa città sola de' Vejenti condusse la guerra col popolo romano, quando da sè e quando in compagnia con altri Toscani, insino a trecento cinquanta anni dalla edificazione della città di Roma. Finalmente fu vinta e sottomessa da' Romani nell'ultima guerra, la quale di loro proprio consiglio presero col popolo romano. E in questo tempo domandando ajuto agli altri popoli di Toscana, fu loro negato e risposto, che come di loro propria volontà avevano presa la guerra, per avere le prede per loro, così colle proprie forze la seguitassero.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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