Di che si conchiude, che mentre che i popoli toscani ebbero le forze intere, non s'unirono insieme alla difesa: ma conobbero la loro necessità poi che in parte erano stati sbattuti, e presero unitamente a provvedere a' loro rimedj a tempo che poco giovarono loro. E pertanto la Toscana all'ultimo fu vinta da' Romani per molte grandi battaglie, fra le quali ve ne fu due memorabili: l'una appresso a Sutri, nella quale vi fu morti circa sessantamila Toscani; l'altra appresso al lago di Vadimone, nella quale rotti e sbattuti i Toscani, perderono tanto delle forze loro, che non ebbero più speranza nell'arme.
E a questo modo venne tutta la Toscana alla obbedienza del popolo romano circa a quattrocentosettanta anni dopo la edificazione di Roma. In queste guerre molti capitani romani si fecero famosi. Perocchè il primo re e il primo consolo, e susseguentemente altri re e consoli e dittatori e tribuni militari, acquistarono in queste guerre grandissimo onore. E de' re alcuni a Tarquinio Prisco, alcuni a Servio Tullio attribuiscono precipua gloria. Ma de' consoli, il primo che trionfò di questa nazione fu Marco Valerio Publicola: di poi seguirono Marco Fabio, Publio Servilio, Emilio Mamerco, Aulo Cornelio Cosso e molti altri consoli e dittatori, che ebbero vittoria in queste guerre toscane. Ma la gloria di Marco Furio Cammillo, il quale egregiamente conquistò le città de' Vejenti e de' Falisci, fu eccellentissima di tutte le altre: e simile di Fabio Massimo, il quale all'ultimo in molte e gravissime zuffe abbattè le forze de' Toscani.
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