Donde seguiva, che maggior guerra avevano co' loro cittadini che co' nimici esterni, come facilmente per esempj d'alcuni si può comprendere. Perocchè Giulio Cesare fu morto di ferro da' congiurati; a Tiberio fu posto le mani a dosso da Caligola, secondo la commune opinione; e Caligola di poi fu morto da' suoi; e Claudio avvelenato in un fungo da Agrippina sua donna; Nerone muorì di coltello; Galba, successore di Nerone, fu morto da Ottone; Ottone da Vitellio; e Vitellio da' Romani. Quel medesimo fine ebbe Domiziano e molti altri imperadori: i quali a ricercare particolarmente, sarebbe più lungo che necessario. Queste tante uccisioni e rivoluzioni di cose non potevano seguire senza la diminuzione del romano imperio, perocchè a poco a poco mancando le forze e la nobilità de' cittadini, si venne a trasferire il governo in gente esterna. In quelli primi tempi la grandezza della potenza sopportava gl'incommodi: e Roma, benchè fosse afflitta dalle calamità di drento, nientedimeno stava sicura da' nimici di fuori. Ma poi che Costantino, accresciuta la città di Bizanzio, chiamata di poi Costantinopoli, si fermò nell'oriente, Italia prima, e di poi le altre parti occidentali, furono reputate come derelitte e quasi poste a discrezione delle genti barbare: perocchè più nazioni in varj tempi, quasi come diluvj, vennero in queste parti, trovandole come una possessione abbandonata. E per cagione che fecero in Toscana molte cose, e questa città della quale noi scriviamo in buona parte disfecero, ci pare necessario con un breve discorso farne alquanto menzione.
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