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      Di poi, crescendo la necessità e le querimonie del popolo e gli stimoli di Fritigerno e Alateo loro capitani, presero animo di levarsi contro a' Romani. E subitamente avendo ragunata una grande moltitudine, fecero empito contro alla gente d'arme de' Romani che erano alla guardia del paese, e con grande uccisione li cacciarono della Mesia e della Tracia, e insignorironsi di queste provincie.
     
      In questo tempo, Valente imperadore era in Asia alla città d'Antiochia: il quale, avendo sentito la rebellione de' Goti, subitamente, per rimediare a tanti inconvenienti, ragunò l'esercito; e passato in Tracia, fece una gran battaglia con loro. Nella quale primamente le sue genti a cavallo furono rotte: e di poi le sue legioni a piè, essendo abbandonate dalle genti a cavallo, furono circuite da' barbari, e quasi la maggior parte uccise e distrutte. Valente imperadore, essendo ferito e trasportato dal cavallo a una casetta di una certa villa, e perseguitato dai nimici, insieme con la casa fu arso e morto.
     
      Per questa vittoria i Goti avendo preso animo, con grandi prede corsero la Tracia, e andarono insino alle mura di Costantinopoli e con grande fatica da quelli di dentro fu difesa la città e ributtati i Goti. Queste cose essendo significate in Italia a Graziano nipote di Valente, il quale reggeva lo imperio occidentale, benchè grandemente si turbasse di tanta ruina dello imperio orientale, nientedimeno, consultando di riparare allo stato della repubblica, gli parve che, come anticamente Nerva imperadore aveva chiamato Trajano, così lui chiamar dovesse Teodosio insino di Spagna in compagnia dello imperio.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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