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      La reina, occultando con grande pazienza il suo dolore, si volse al re benignamente, e disse che quando così gli piaceva, era apparecchiata a ubbidire. Ma di poi rivolgendo seco medesima la ingiuria ricevuta, venne in tanto furore, che s'intese e congiurò con due soldati, che l'uno era inimico al re, e l'altro era innamorato di lei: e secretamente condottili nella camera, uccise Alboino, e subito montò in acqua, e pel fiume dell'Adige se ne fuggì a Ravenna. I Longobardi, seppellito il corpo del re Alboino, crearono per loro re Defone, uomo nobilissimo di stirpe e non pari ad Alboino di virtù, ma di natura molto più crudele di lui. Questo tale morì fra due anni: e di poi i Longobardi stettero circa ad anni dieci che non dessero nuovo re, ma sotto il governo di condottieri e duci seguirono la guerra per Italia: e continuamente conquistando, ampliarono il dominio insino a Brindisi e a Taranto, riducendo a loro obbedienza quasi tutta Italia, eccetto che la città di Roma, la quale non si trova che per alcuno tempo venisse nella potestà de' Longobardi.
     
      Passati i dieci anni, parve loro dovere ritornare al governo antico de' re: e così fecero di tempo in tempo insino a Desiderio, che fu in Italia l'ultimo re de' Longobardi. La residenza de' Goti era stata alla città di Ravenna: ma i Longobardi la fecero a Pavia, e la Toscana e la Romagna e l'altre regioni d'Italia loro sottoposte governarono per le mani de' loro duchi e condottieri. Trovasi chiaramente, che circa a dugento quattro anni tennero i Longobardi la signoria in Italia.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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