Perocchè occultamente erano stati mandati a Firenze certi dagli usciti in sul pigliare del partito: i quali in secreto appresentandosi agli anziani ovvero al magistrato, dissero avere cose di grandissima importanza a rivelare, e che domandavano si desse il giuramento, e le cose che dicessero con ogni modo opportuno si tenessero celate. Di poi, come s'erano composti con gli usciti, dissero essere a Siena molti cittadini di nobilissima stirpe, che dispiaceva loro la guerra e la discordia di queste città; ma che tutta questa colpa era da imputare a uno Provinciano di Silvano, il quale, non come cittadino, ma come signore si governava, e di sua propria e privata volontà guidava ogni cosa: favoriva gli usciti, e nutriva la guerra, acciocchè, essendosi armato d'ajuti esterni, avesse occasione di signoreggiare a' cittadini; l'arroganza di costui, come cosa intollerabile, i cittadini non potere sopportare; e pertanto avere congiurato contro a lui alcuni uomini egregi, de' quali per fede avere recato lettere e suggelli; e per questa cagione essere stati mandati a significare, che se i Fiorentini s'appressassero a Siena a dare loro ajuto, che subitamente piglierebbero l'arme alla distruzione di Provinciano e degli usciti di Firenze. Mostrarono ancora, che senza alcuna sospizione si potevano avvicinare, sotto colore d'andare in ajuto a' loro collegati, che pubblicamente aspettavano l'assedio. Oltre alle predette cose, manifestando questi tali alcune cose secrete de' nimici, e mescolando le false con le vere, e appresentando alcuni suggelli, empierono di tanta speranza gli uomini poco esperti nell'arte militare, quali spesse volte ne' magistrati si trovano, che nessun'altri più savj consigli volevano udire: ma prestamente convocato il popolo, pronunziarono, che con tutte le genti si dovesse uscire fuori e andare in ajuto de' collegati.
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