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      Era capitano di tutte le loro genti Giordano, mandato dal re Manfredi come di sopra facemmo menzione: il quale, vedendo questa volontà e ardore di animi, acciocchè fuori non si potesse risentire cosa alcuna di loro pensieri, fece chiudere le porte e con meno romore che fu possibile, drento dalle mura ordinò le squadre. E poi che ebbe messo in punto ogni cosa necessaria, che non s'aspettava se non il segno della battaglia, fece convocare tutta la moltitudine de' Sanesi ch'era apparecchiata nell'arme e vigorosamente li confortò alla zuffa colle parole che appresso diremo: "L'ardire vostro e il desiderio della battaglia chiesta, o cittadini sanesi, manifestamente mi dimostra, che voi non avete bisogno d'alcuna esortazione. E nientedimeno, ognuno di voi debba seco medesimo considerare quali sieno quelle cose di che oggi si combatte: e a questo modo intenderete facilmente quanto vi importa la vittoria. Perocchè, non solamente della fama e della gloria, che sono bene grandi cose per sè medesime agli uomini forti, ma ancora della patria, della libertà, delle donne e figliuoli, e di tutti i vostri beni, se le debbono rimanere vostre o de' vostri nimici, questo giorno avete a combattere. E potete fare stima, ch'elle sieno poste nel mezzo del campo in luogo commune, e ch'elle abbiano a essere di coloro che più vigorosamente adopereranno l'arme. Ma io vi dico bene, che voi potete avere una ottima e fermissima speranza di vittoria, perchè i vostri inimici si sono condotti si può dire sotto le porte della vostra città, per vostro ordine, piuttosto che per loro consiglio.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





Giordano Manfredi Sanesi