E a questo modo i ghibellini tornarono in Arezzo: la quale città, come tutte le altre di Toscana, seguiva la volontà di Manfredi. Mutato adunque lo stato per la Toscana, tutti gli usciti de' Fiorentini e dell'altre terre, che di prossimo erano stati cacciati, non potendo stare di qua dall'Appennino, si ragunarono a Bologna: e stettero in quello luogo alquanto tempo, poveri non solamente di sostanze, ma ancora di consiglio. Eppure, accadde una occasione, che dette loro materia d'acquistare e ricchezza e riputazione.
Nella terra di Modena, che è vicina a Bologna, erano due parti, che l'una s'ingegnava cacciare l'altra con armata mano: e la cagione delle discordie era simile a quella della parte guelfa e ghibellina, perocchè questa malattia aveva compresa quasi tutta Italia. Gli usciti adunque, chiamati da quelli che seguivano la medesima parte de' guelfi, andarono vigorosamente a dare loro aiuto: e aggiunte le forze loro con la parte amica, cacciarono l'altra parte della terra di Modena. Donde ne seguì, che i Modanesi loro amici, dato loro in preda le sostanze dei loro avversari, gli vennero ad arricchire, e ad ornare le genti loro d'arme e di cavalli, in tal maniera che egli accrebbero il numero loro di fiorita gente. Questa medesima parzialità essendo nella terra di Reggio, la parte de' guelfi, colle spalle di questi che avevano vinto a Modena, presero l'arme e fecero forza di cacciare i loro avversari: ma trovarono grande resistenza, che fu fatta loro dalla parte contraria, e massimamente da uno uomo molto gagliardo, chiamato Casca.
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