La condizione delle cose di Lombardia si trovava in questi termini che abbiamo detto. Ma in Toscana quasi tutte le terre andavano alla via del re Manfredi, e la parte avversa al pontefice romano si trovava in stato: ed era tanta la potenza di Manfredi, che il papa, per timore, s'era ridotto a Orvieto. Il quale papa era Urbano quarto, di nazione francese; ed era succeduto nel pontificato a papa Alessandro. Questo tale pontefice, vedendo che le ragioni pontificali venivano in grande declinazione, e stimando che bisognasse, per abbattere la grandezza del re Manfredi, ricorrere a qualche grande potenza, parte di suo moto proprio, parte ancora per le continue querimonie e stimoli degli usciti e guelfi di Toscana, deliberò chiamare in Italia Carlo fratello di Lodovico re di Francia, uomo singolare nell'arme, e dargli il regno di Sicilia con giusti e legittimi titoli, il quale era occupato dal re Manfredi. Fatta adunque questa deliberazione, e circa a questo non lasciata indietro alcuna solennità, mandò gli ambasciadori in Francia, che offerissero il reame a Carlo, e la persona sua chiamassero in Italia. Carlo, intese le offerte del sommo pontefice, deliberò di pigliare la impresa contro al re Manfredi: e senza alcuna eccezione, cominciò a mettere in punto una grande copia di gente d'arme.
In questo tempo, essendo gli animi delle genti tutti sospesi, e stando in aspetto che effetti avessero a partorire le imprese di Carlo, apparve una cometa in cielo con razzi molto lucenti, e durò circa di novanta dì. Grande parlare se ne faceva fra le genti, e molte cose vane, secondo la speranza e la paura, circa a quello segno si dicevano.
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