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      Dopo una lunga battaglia, o la prosperità di Carlo o la virtù delle sue genti vinsero i nimici: e furono i Tedeschi rotti e scacciati; e il re Manfredi, combattendo, rimase morto nella zuffa. Questa battaglia, non molto lontano da Benevento, cinque anni dopo quella dell'Arbia s'afferma essere stata fatta. L'uccisione fu grande; e molti uomini di pregio e ancora di sorte, presi, vennero nelle mani del vincitore: tra' quali fu Giordano, che era stato nella guerra toscana condottiero de' Tedeschi, e messer Piero degli Uberti cavaliere fiorentino: i quali mandati in Provenza dal re Carlo, nella carcere finirono la vita loro. Il resto della guerra del re Carlo fu in conquistare le terre del reame, le quali in brieve tempo, non avendo alcuno ostacolo, ridusse a sua obbedienza.
     
      In questo mezzo che gli usciti fiorentini seguivano le vittoriose bandiere del re Carlo, il conte Novello e gli altri capi della parte ghibellina, i quali tenevano lo stato di Firenze, spaventati grandemente per la vittoria del nuovo re, e temendo la potenza e prosperità degli avversari, si cominciarono a ristrignere insieme e diminuire molto ogni dì dell'ardire e fervore delle parti ch'egli avevano prima. Ed e converso alcuni degli usciti che erano nel contado di Firenze in alcuni luoghi vicini, si cominciarono a ragunare insieme, e con grande speranza a tentare qualche movimento. Era la moltitudine di Firenze male contenta per le disordinate spese e gravezze; e per questa cagione avendo a odio i governatori della città, desiderava vedere cose nuove.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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