E già il parlare si divulgava pubblicamente, e con ogni libertà si biasimava i governi che allora si facevano nella città. Queste cose crescendo ogni dì, parve al conte Novello e agli altri capi di quella parte di mitigare col consiglio il movimento del popolo, e sotto specie di pace e di concordia, a questi movimenti provvedere. Fu adunque messa innanzi una provvisione al popolo per riformare lo stato della città; e fu deliberato, che i guelfi che erano rimasi drento, come uomini quieti, insieme fossero ricevuti con gli altri nel reggimento della repubblica. Furono ancora eletti per ogni parte trentasei cittadini, che fossero quelli che avessero a ordinare il buono stato della città. E perchè questa cosa paresse fatta con maggiore equità, ordinarono che due rettori, l'uno detto Catelano e l'altro Loderingo, fossero chiamati a Firenze: de' quali l'uno era tenuto amico e fautore del conte Novello e della parte ghibellina, e l'altro della guelfa. Fu dato balía e giurisdizione a costoro in vece e nome del popolo fiorentino, che insieme co' trentasei cittadini di sopra eletti e nominati, si trovassero e avessero autorità di provvedere senza passione delle parti al pacifico e tranquillo stato della repubblica. Questi tali fecero molti consigli e, alcune utili provvisioni: e infra l'altre, che si facesse alcune congregazioni e residenze delle arti più degne; e ch'elle avessero ognuna le sue insegne; e che ogni volta che nella città nascesse cosa alcuna di nuovo, i popolani che erano di qualunque di queste arti si ragunassero insieme.
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