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      Partissi adunque da Firenze fra pochi dì, e andossene ad Arezzo; e domandando il simile agli Aretini, a un tratto la parte guelfa e la ghibellina gli fu avversa: la guelfa, perchè era aliena dal nome dello imperio; la ghibellina, perchè aveva a sospetto la famiglia del Fiesco, donde era nato il prefato Princivalle. In questa maniera rifiutato da tutti, si partì senza ottenere cosa alcuna di sue domande.
     
      L'anno seguente fu a Arezzo grande mutazione, e poi manifesta guerra alle città vicine, perchè gli Aretini, veduta la riforma del governo popolare di Firenze, avevano a quello esempio creato uno priore dell'arti chiamato Guelfo, uomo popolare e molto contrario alle famiglie nobili. Questo tale domandando certe castella di quello d'Arezzo, che erano state occupate dalla nobiltà, ed essendogli negate, v'andò a campo con grande moltitudine; e prese che ebbe alcune di quelle, le disfece insino a' fondamenti. Infra gli altri perseguitava molto i Pazzi e gli Ubertini: e avendo disfatte più castella delle loro, ultimamente andò a campo a Civitella, dove si trovava il vescovo Guglielmino, uomo di parte avversa e nimico del popolo d'Arezzo. Essendo il campo in quello luogo, i capi della nobiltà, che prima erano per le parzialità divisi fra loro, dubitando se quello castello fosse preso da questo priore d'Arezzo, che la plebe non si facesse grande e domandasse, ancora a loro le cose che egli avevano usurpate, per tale sospetto e per invidia della plebe si riconciliarono insieme e fecero novità nello esercito: ed essendo capo Rinaldo Bostoli, se ne fuggirono alla parte avversa.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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