Ancora circa questo tempo morė papa Onorio, il secondo anno del suo pontificato.
L'anno seguente tutto il colmo della guerra si ridusse contro agli Aretini di dentro, perchč la parte ghibellina, d'ogni luogo ragunate gente, infestando il contado di Siena e di Firenze, incitarono i collegati a fare ogni sforzo in favore degli usciti d'Arezzo. E per questa cagione i Fiorentini e Sanesi e gli altri collegati ragunarono grande esercito di gente a pič e a cavallo. E fuori della porta di Firenze stettero alcuno dė le bandiere pubbliche; e a' dė 31 di maggio fu posta la giornata del partirsi: e detto dė mossero il campo, e pel Val d'Arno di sopra andarono verso Arezzo. Era questa sė bella e sė fiorita gente quanto avessero mandato fuori dopo la battaglia dell'Arbia. Come furono condotti in quel d'Arezzo, presero Leona e alcune altre castella, parte d'accordo, parte per forza sopra al fiume dell'Ambra. Di poi andarono a campo a Laterina, luogo assai forte di sito e otto miglia lontano d'Arezzo. Ma facendo segno di volerlo strettamente assediare, uno uscito di Firenze, chiamato Lupo, spaventato di tale apparecchio, dette il castello a patti, che lui e sua compagnia se ne potesse andare a salvamento. Avuto questo castello, i Fiorentini e collegati misero tutto l'esercito in battaglia, e vigorosamente andarono verso i nimici: e posto il campo sotto le mura d'Arezzo, ogni dė erano alle mani con loro e mettevano a sacco tutti i luoghi circostanti. E a dė 24 di giugno fecero correre i cavalli sotto le porte d'Arezzo e posero uno palio, secondo la consuetudine della festa solenne di Firenze, in premio a chi vinceva.
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