Accadde, che in sul bello del corso venne una furia d'acqua e di tempesta sì grande, e massimamente in quella parte del campo dove erano gli alloggiamenti de' Sanesi, che molte tende, padiglioni e trabacche mise sotto sopra. Questo parve uno segno del futuro danno, che non molto di poi ebbero i Sanesi: perocchè, levandosi il campo e tornando le genti de' Fiorentini pel medesimo cammino del Val d'Arno, quelle de' Sanesi presero la via lontana da loro inverso Siena; e furono veduti e osservati, e finalmente, discosto quattro miglia, assaltati da quelli di dentro, vennero alle mani. Fu grande e atroce la battaglia, perchè ebbero a fare insieme tutte le genti a piè e a cavallo. In ultimo i Sanesi rimasero rotti, e gli Aretini in sulla vittoria fecero di loro grande occisione per l'ira e sdegno de' danni poco innanzi ricevuti: grande numero ancora ne presero e condussero a Arezzo. I Fiorentini, che niente avevano sentito di questo assalto, continuato il cammino, giunsero a Laterina. In quello luogo inteso la rotta de' Sanesi, benchè fosse loro molesto il danno de' loro confederati, e alcuni confortassero al tornare inverso Arezzo, per raffrenare l'audacia degli Aretini, nientedimeno deliberarono di seguire piuttosto uno sicuro che uno apparente e pericoloso consiglio. E pertanto lasciarono certe squadre di gente d'arme a Laterina, per ovviare alle correrie di quelli di dentro, e tutto il resto delle genti ridussero a Firenze.
Circa questo medesimo tempo nacque a Pisa materia di nuova guerra.
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