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      I Lucchesi per l'antica conformità delle parti erano uniti co' Fiorentini: i Pistolesi, i Volterrani e Pratesi e altri collegati e aderenti seguivano la medesima impresa. Erano ancora in questa medesima volontà gli usciti d'Arezzo della parte guelfa, i quali tenevano molte castella in quello contado ed erano stati ricevuti in lega da' Fiorentini. Tutti costoro confederati insieme si mettevano a ordine alla guerra. Dall'altra parte, gli Aretini che si trovavano drento insieme col vescovo Guglielmino che signoreggiava la terra, appresso Ubertini, Pazzi, Tarlati, i quali erano famiglie potentissime della città d'Arezzo, e insieme con loro Buonconte da Montefeltro e molti altri nobili del Ducato e della Marca della parte ghibellina e tutti gli usciti di Firenze, erano convenuti a Arezzo, per fare similmente dal canto loro ogni forza nella guerra. Gli apparati di tutte le città di Toscana già ordinati e fatti, gli tenne alquanto sospesi la venuta del figliuolo del re Carlo, il quale al tempo della guerra che fu fatta a Carlo suo padre dal re Piero d'Aragona che occupò la Sicilia, in una zuffa navale era stato preso sotto Napoli da Ruggieri capitano dell'armata de' nimici, e condotto in Cicilia, dove la reina Costanza, figliuola del re Manfredi, avendo fatto convocare i sindachi di tutte le città dell'isola, per dare di lui sentenza; e condannandolo ognuno alla morte, lei per proprio beneficio gli aveva salvata la vita, e mandatolo in Spagna, che onoratamente e a buona guardia fosse tenuto.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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