E in questa maniera aveva concitato gli odii di tutte le città dell'isola contro al re Carlo per la dannazione del figliuolo, e lei aveva acquistato fama di benignità e di clemenza.
Essendo di poi morto il re Carlo, il giovane che ancora lui si chiamava Carlo, con certe condizioni liberato dalla carcere, era passato in Francia, e di poi venuto in Italia, per visitare il sommo pontefice e pigliare la giurisdizione del regno paterno. La venuta adunque di questo principe tenne sospesi Fiorentini, Sanesi e gli altri collegati, perchè tutta la nobilità era volta a riceverlo con grandissimo onore. Entrò in Firenze circa a calendi di maggio, e fu ricevuto con grande magnificenza da tutto il popolo: e pochi dì poi n'andò inverso Siena. Ma dopo la sua partita, perchè e' venne fama a Firenze, che gli Aretini avevano messo in punto assai gente a piè e a cavallo, per andare a trovarlo in sul contado di Siena, con tutto che il prefato principe fosse bene accompagnato da' suoi e non domandasse alcuno aiuto, nientedimeno furono prestamente da' Fiorentini ordinate le genti d'arme e mandate in sua compagnia insino agli ultimi confini di quello di Siena. E dopo la loro tornata si pubblicò la impresa contro gli Aretini, e tutti i collegati furon richiesti a mandare le genti. E acciocchè con più celerità ognuno si convenisse co' suoi, furono in piano di Ripoli poste le bandiere e tenute alcuni di in sulla via d'Arezzo. Essendo di poi messe a ordine tutte le genti de' collegati e apparecchiate le cose necessarie all'impresa, consultando del cammino i capitani dell'esercito, finalmente, fuori della espettazione d'ognuno, passarono Arno e per la via del Casentino andarono a trovare i nimici.
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