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      Il capitano principale delle genti era Amerigo da Narbona, il quale Carlo, come uomo esperto nel mestiere dell'arme, aveva lasciato a' Fiorentini e a' loro collegati: e con lui erano stati eletti e deputati sei cittadini, uomini egregi e di grande reputazione. Passando adunque il monte, e conducendo l'esercito sotto Poppi, perchè il castello era del conte Novello, che aveva sempre tenuto dal canto de' nimici e in quel tempo si trovava cogli Aretini della parte ghibellina, corsero tutto il paese, e predarono tutti i luoghi circostanti quanto fu loro possibile. Gli Aretini da altro canto, stimando che dovessero venire per il cammino diritto, poi che ebbero notizia da molti che fuggivano loro innanzi, il campo de' nemici essere passato in Casentino e messo a sacco tutto il contado di Poppi, prestamente partiti da Arezzo, con tutte le genti a piè e a cavallo vennero a Bibbiena. Erano le genti loro, secondo che si dice, ottomila fanti e novecento cavalli: i capitani erano il vescovo Guglielmino e Buonconte da Montefeltro e altri uomini della parte ghibellina, i quali in quel tempo erano reputati molto esperti nell'arte militare. Essendosi condotto l'uno campo e l'altro vicino circa uno mezzo miglio, gli Aretini, benchè fossero inferiori di gente, nientedimeno, rifidandosi nella virtù de' loro, furono i primi a domandare la battaglia. I Fiorentini non solamente non la ricusarono, ma con grande ardire l'accettarono. E in questa maniera l'una parte e l'altra nella pianura vicina che si chiama Campaldino s'apparecchiarono alla zuffa.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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