Questa battaglia è manifesto, che fu fatta a dì undici di giugno nel piano di Campaldino. E in quel medesimo dì e in quella medesima ora dicono essere stata la novella a Firenze della vittoria: perocchè i priori essendo dalle occupazioni e vigilie affaticati, erano il dì iti a dormire, e gli uscì loro furono fortemente, picchiati, e udita una voce presta: "Levatevi su, perchè i nimici sono stati rotti, e voi avete avuta la vittoria." A questa voce levatisi prestamente e aperti gli uscì, cominciarono a fare festa. La fama subitamente si divulgò per la terra, e il concorso de' cittadini fu grande insieme colla moltitudine d'ogni ragione gente che correvano a rallegrarsi. Ma ricercando l'autore di questa novella, nessuno si ritrovava: e per questa cagione il romore come vano e di poca sostanza si quietò. La seguente notte venendo le novelle vere dal campo, e narrando il modo e il tempo della zuffa, si trovò che la vittoria s'era ottenuta in quella ora, nella quale era stata significata a' priori che dormivano. La qual cosa, benchè ella paia mirabile, nientedimeno noi leggiamo essere altre volte accaduta: e non pare cosa aliena a credere, che la divina Provvidenza con quello favore che ella concede la vittoria, prestamente mandi la fama e la novella a quelli tali a' quali è stata propizia e fautrice. Perocchè noi troviamo in simile modo, nella guerra di Macedonia, quando fu rotto il re Perse, essere stata significata la vittoria a Roma: e per i tempi di Domiziano imperadore, essendo Roma in grande sospetto, venne la novella della vittoria acquistata nella Magna in quello medesimo dì che l'avevano ottenuta.
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