Io adunque giudico, che l'autorità del gonfaloniere della giustizia si debba grandemente afforzare e stabilire; e innanzi a ogni altra cosa debbino essere a sua obbedienza non mille, come innanzi, ma quattromila armati, e scritti successivamente di tutto il popolo. Appresso, mi pare, che il gonfaloniere della giustizia debba fare residenza insieme co' priori, acciocchè possa di presente sentire le querimonie de' cittadini e provvedere alle necessità della repubblica; e che alle sua cagioni standosi a casa, o per non intendere presto o per le intercessioni degli uomini privati, come s'è fatto insino a ora, non si vengano a ritardare i rimedj opportuni. Il terzo provvedimento lasciato addrieto in quel tempo mi pare d'aggiugnere: che nessuno de' potenti, quando bene fosse matricolato ad alcuna arte, possa essere assunto al priorato. E questo si faccia, acciocchè non abbiano facoltà d'aiutare i malfattori e impedire la giustizia: perocchè la potenza loro per sè medesima è grave e onerosa, sanza armarla ancora della pubblica autorità. In questa maniera, risuscitate le leggi, restituite le pene, stabiliti i giudicj contro agli uomini potenti, porrete freno alla loro tirannide: e se pure non resteranno pazienti, risecherete col ferro e col fuoco questa parte perniziosa di questo corpo, e come membri insanabili gli esterminerete, ponendo da parte la troppa pazienza, la quale evidentemente vi conduce in servitù. Io ho detto quelle cose che giudico essere salutifere alla repubblica e necessarie alla vostra libertà: le quali se fossero difficili e di grandissima spesa e fatica, conforterei che per la grande utilità si dovessero fare: ma essendo facili e poste si può dire nelle vostre mani, chi è quello tanto negligente, che voglia piuttosto ignominiosamente servire, che onestamente essere pari agli altri?
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