Deliberando adunque la santità sua di ricuperare la Sicilia, la quale i Ragonesi tenevano contro alla sua volontà, e correggere molte cose in Toscana, ordinò di fare venire in Italia Carlo di Valosa fratello del re di Francia, e fecegli molte promesse, acciocchè egli avesse cagione di venire più presto. E queste cose drento e di fuori furono fatte in questo anno.
L'anno seguente i Pistolesi, favoriti da quella parte a Firenze che era superiore, cacciarono da Pistoia i neri, e disfecero le case loro. Il capo di questa novità fu messer Andrea Gherardini cavaliere fiorentino, il quale era stato mandato a Pistoia al governo della città. Questo tale, tenendo a Firenze la parte dei bianchi, e aiutando a Pistoia la medesima parte, fece loro pigliare l'arme, e mandò, per quegli della parte avversa; e non volendo per paura obbedire a' sua comandamenti, arse loro le case, mise a sacco i beni, e loro giudicò e chiarì pubblicamente essere inimici.
Questa medesima infermità di parti si dimostrò a Lucca: e per il medesimo favore i bianchi si levarono, essendo loro capi gl'Interminelli, e fecero pruova di cacciare i neri, e ammazzarono uno principale della parte avversa chiamato Olbizzo. E nientedimeno i neri, subitamente preso l'arme, non solo si difesero, ma cacciarono i loro nimici. E così questo male, crescendo ogni giorno, si spargeva per tutte le città.
In questo medesimo anno circa a calendi di settembre apparve in cielo una cometa. E non molto di poi passò Carlo di Valosa: il quale, giunto che fu alla presenza del sommo pontefice, che si trovava a Nania, con grande compagnia di signori e baroni che erano venuti con lui, ricevuto onoratamente e ornato di titoli e preminenze, dette di sè grandissima speranza.
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